Monday, May 24, 2010

Audiodrome on "Territories"

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I Locrian tornano con Territories, frutto di una serie di collaborazioni con pezzi della scena "pesante" di Chicago, la città dove i due vivono.

Blake Judd dei Nachtmystium porta in dote un po’ di riffing black metal, Bruce Lamont degli Yakuza regala il proprio sax, Mark Solotroff dell’etichetta Bloodlust!, esponente della scena noise americana, qui è un interprete vocale marcissimo e sofferente, infine alla batteria compare Andrew Scherer dei Velnias, altro gruppo black metal di cui già tempo fa i due Locrian caldeggiavano l’ascolto. Lamont, non dev’essere un caso, già era apparso in Assassins dei Nachtmystium e forse in qualche modo Terrence e André avranno voluto vedere cosa succedeva se partecipavano anche loro al gioco delle contaminazioni. I Locrian non copiano Skullflower o i Sunn o))), per quanto ci troviamo a quelle latitudini musicali, ma come Anderson e O’Malley qui mettono una scenografia, preparano un po' di costumi, le luci e l’idea generale, poi lasciano spazio ad attori di prestigio. Per dare un’idea di Territories bisogna pensare a uno sfondo di cemento, ferro e plastica, ottenuto con drone e rumorismi chitarristici più suoni di synth scassati. Su questo sfondo può apparire Solotroff, che non assomiglia né ad Attila né a Dubin, fermo restando che in “Inverted Ruins” - come loro - più che cantare "performa", recita. Può essere poi la volta del commento desolato del sax di Lamont o delle sfuriate della ditta nera Judd/Scherer. Gli attori si dividono anche la scena e in alcuni casi addirittura spiazzano tutti in positivo (eccezionale il dissonantissimo Lamont di “The Columnless Arcade”): non c’è mai la sensazione di avere a che fare con una sorta di underground all star game dove si vede la prodezza del campione ma non la squadra. Il gioco è in mano ai Locrian, il che significa rappresentazione di periferie squallide, acque inquinate e degrado, più la testimonianza gridata di chi incontrano nel loro girovagarci.

Come Drenched Lands, ma diverso e più ricco di situazioni, quindi proprio consigliato.

-Fabrizio Garau